Sull’intervista di Francesco a Scalfari. Oggi.

“Caro mio, la prossima volta portati il registratore!”

Nei vari commenti che si stanno succedendo nel post dedicato a Mario Palmaro, l’amico GG sottolinea come “era doveroso notare il contenuto ambiguo” dell’intervista a Scalfari, oggi tolta dal sito ufficiale del Vaticano, come annunciavo dalla rubrica Blog dei blogs – 11.

Caro gg, su questo punto sono combattuto.
Il contenuto è certamente ambiguo, o meglio il contenuto letto in modo letteralista può sembrare un inno all’irrazionalità relativista. Le critiche che si sollevarono in molti blog (sempre quelli…) non erano completamente incomprensibili, ma anzi si cercò di rispondere ai contenuti una volta compresi, ovviamente.
Tale contenuto inoltre mi è sempre sembrato perfettamente ascribile all’alveo cattolico, però solo e soltanto se esso viene interpretato all’interno della legge naturale e del Catechismo. E se si crede che quelle erano le parole del Papa era l’unico contesto possibile.
L’unico contesto possibile.
E non perché il Papa non si può criticare in modo assoluto, ma perché se nell’ipotesi che quelle fossero state davvero le parole del Papa personalmente, sentivo il dovere come cattolico di comprendere a pieno quello che voleva intendere all’interno delle categorie nelle quali il Papa è Papa.
Ed è in questo “senso del dovere” (soggettivo, lo capisco) che ho compiuto le mie personali elucubrazioni sull’intervista che parlavano di un Francesco che si avvicina a Scalfari come uomo in ricerca e non in qualità di giornalista. Certo, ora lasciano il tempo che trovano. O meglio queste elucubrazioni si mostrano per quello che erano: la riflessione personale di un uomo (Io) che – in quelle circostanze e in quel momento preciso – ha cercato un’interpretazione personale che, vera o meno nella realtà, poteva aiutare chi in quel momento si sentiva smarrito.

Quello che ho cercato di fare insomma è rispondere a chi si sentiva smarrito, scandalizzato. Rispondere ad uno scandalo (Il Papa cosa sta dicendo?!) con un altro scandalo (esagerando: il Papa certamente è eretico e la Chiesa sta andando a belle donne) mi pare un comportamento, per così dire, poco evangelico.

San Paolo contrastò Pietro. Vero, stando alle scritture. Ma dove l’ha scritto? In un Vangelo oppure in una lettera d’occasione?! Le lettere cattoliche sono letteratura d’occasione, sono lettere di un apostolo ad una comunità precisa! Non sono per loro natura pubbliche. E sono state scritte dopo i fatti, quando i fatti si sono consolidati!
Come si può paragonare la critica su web al Papa di oggi a questo episodio di 2000 anni fa che ha le caratteristiche che ho elencato nell’esegesi moderna? Significa non intendere il Vangelo, o meglio tradirlo leggendolo in modo fondamentalista!

In fondo la tua “replica” scaturita dai recenti fatti può essere benissimo ribaltata e questo ribaltamento forse svela parecchio del pregiudizio che giuseppe ha espresso bene in questo commento: visto che a certe persone quelle parole parevano semplicemente eretiche, perché si sono fidate di più di Scalfari che del Papa? Perché hanno dato per scontato che Scalfari ha certamente e necessariamente trascritto parola per parola quello che il Papa gli ha detto (e vorrei far notare che lui ha sempre detto il contrario, cioè che non è mai stata registrata!) e quindi che il Papa era certamente fuori dalla Grazia Divina?

Personalmente insomma, in questa occasione, preferisco apparire come un ingenuo difensore del Papa (e non mi sento tale), piuttosto che un critico con pregiudizi (insanabili?).



Categories: Attualità cattolica

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8 replies

    • Il tuo percorso è chiarissimo caro Ubi e personalmente ti faccio i complimenti; mi sembra tu abbia scorto il problema fin da subito: le parole del Papa sono state comprese malamente da Scalfari. Amen.
      Faccio solo notare che qui si dissentì chi criticò il Papa e non chi, come te, criticò Scalfari presupponendo che il Papa volesse dire ben altro (e non poteva essere altrimenti).

      • Infatti caro Minstrel non mi riferivo a voi.
        Ci furono commentatori -molto “interessati”…- che come Scalfari, volevano far passare ciò che non era per come se lo fosse. Poi c’era èe c’è tutta una serie di persone, anche queste alquanto interessate, che propugnano una specie di infallibbilismo.
        Certo è che io non nego e non nascondo di avere in un certo qual modo (filiale e caritataevole, certo) criticato anche il Papa per la sua ingenuità e per una certa qual forma di mancata opportuna chiarezza, sempre dovuta quando si toccano certi argomenti, specialmente poi se se ne parla con alcuni. Insoma, va bene la semplicità del Papa, ma che si dimentichi l’astuzia del serpente no…

  1. Ottimi commenti i tuoi Minstrel come anche quelli di giuseppe.

    Il ritiro di quell’articolo corrisponde alle perplessità espresse dal Dr Tornielli espressi nel suo blog e che abbiamo commentato qui : è stato quindi sempre stato chiaro fin dall’inizio che quell’articolo era di sola responsabilità del Sig Scalfari. Il fatto che sia stato ritirato lo ridimensiona al suo giusto valore.

    Detto ciò, quel che il Santo Padre avrebbe detto secondo Scalfari, non è mai stato contro la dottrina della Chiesa, semmai un ricordare la dottrina della Chiesa di sempre sulla pre-eminenza della coscienza come ebbi già l’occasione di commentare anche qui .

    La forza delle parole del Santo Padre sono apparse malgrado il muretto di fumo ideologico di Scalfari!

    E come dici bene, caro Ministrel: Rispondere ad uno scandalo (Il Papa cosa sta dicendo?!) con un altro scandalo (esagerando: il Papa certamente è eretico e la Chiesa sta andando a belle donne) mi pare un comportamento, per così dire, poco evangelico. . Chi, specialmente negli ambienti tradizionalisti, si è prestato a questo giochetto della calunnia e dello sparlare ha semplicemente mostrato l’indigenza del proprio Sensus Ecclesiae, in altre parole ha solo messo in evidenza quanto fosse lontano dalla Sola Chiesa di Cristo.
    In Pace

  2. Resta il fatto che ora mi sto facendo un giro fra i blog e un pò di cose sono successe. Chissà se ho il tempo di buttare online la nuova puntata di blog dei blogs, spero di sì, ma le novità non son poche e serve tempo. Sperem! 🙂

    • Caro Minstrel, ti ringrazio dell’articolo e delle tue buone intenzioni sia nel valutare le poche righe da me scritte a suo tempo, sia soprattutto nei confronti del Papa. Non concordo pero’ sulla natura delle lettere di Paolo: o meglio concordo sull’origine delle stesse, ma devo constatare che poi la Chiesa ne ha stabilito irrevocabilmente la natura pubblica e catechetica: quindi quel passo su Pietro sta nella rivelazione e non possiamo ignorarlo, esso non ha piu’ nulla di privato.

      Tornando al punto, non dubito che buone fossero le intenzioni di molti. Ma mi sembra che la vicenda della presunta “intervista” al Santo Padre sia assai istruttiva: dico presunta,perche’ e’ ormai chiaro che di intervista non si e’ trattato, bensi’ di un colloquio riportato, con aggiunte e omissioni di natura e ampiezza imprecisate, da un quasi novantenne, ateo, che andava a memoria. Istruttivo perche’, francamente, in quella “intervista” c’erano frasi talmente incredibili da farmi dire, dopo un secondo, che il Papa semplicemente non poteva averle dette. Dopo due secondi avevo gia’ scritto ai miei amici piu’ fidati, per chiedere un parere e un consiglio, e tutti, proprio tutti, provenienti dalle piu’ diverse esperienze, erano sbigottiti per le frasi sulla coscienza. Perche’, si abbia pazienza, la frase

      “Ciascuno ha una sua idea del Bene e del Male e deve scegliere di seguire il Bene e combattere il Male come lui li concepisce”

      non e’ interpretabile, dice esattamente quel che dice ed e’ radicalmente sbagliata, tentar di tradurla in cattolicese peggiora poi perfino le cose, si da’ l’impressione che tutto possa esser in qualche modo spiegato, giustificato, interpretato. Ora vien fuori che varie cose, quasi certamente quella frase in particolare, il Papa NON LE HA MAI DETTE E NON AVREBBE POTUTO DIRLE, a meno di impazzire, e quindi quel punto va preso per quel che e’: l’opinione, gravemente errata, di Scalfari stesso. Era dunque proprio necessario difendere e interpretare quel punto, invece che notarne subito la pericolosita’ e l’evidente probabilita’ che il Papa non avesse affatto detto una cosa del genere?

      Con affetto filiale dunque penso di poter dire che ci siano state delle imprudenze. Queste imprudenze sono probabilmente pericoli insiti nel metodo di Papa Francesco, che ha detto (e concordo) di preferire una Chiesa incidentata a una chiusa: solo che qui l’incidente c’e’ stato davvero, e serio, tanto e’ vero che pian piano vi si e’ posto rimedio, da ultimo con una dichiarazione ufficiale (che se fatta prima avrebbe tra l’altro evitato parecchi scambi di insulti tra blogger).

      La sovraesposizione mediatica di Papa Francesco e’ probabilmente una scelta, cui mi pare pero’ si stia lentamente ripensando. Esporsi cosi’ frequentemente ha il rischio di adattarsi a una logica che non e’ buona, quella per cui ogni giorno ci deve essere un fiume di dichiarazioni da commentare, su cui concordare, dividersi, litigare, formare partiti. Una specie di facebook cui si rischia di aggiungere la variante cristiana. Esperienza: zero (sia chiaro, mica mi riferisco al Papa, ma al rischio che si corre riducendo la sua cura per le anime all’ultima dichiarazione del giorno). Per quasi un paio di millenni gran parte dei cristiani ha vissuto senza nemmeno sapere chi mai fosse il Papa: era il custode della fede, e questo bastava. L’emergenza di oggi, qui in occidente, porta a cercare forme nuove. Occorre stare attenti a non farsene dominare, usandole con la cautela che un cristiano, mite come colomba e astuto come serpente, deve sempre avere.

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