Il Sinodo per la Famiglia : alla barba dei soliti mesti tradi-protestanti e dei soliti illusi progressisti.

Famiglia normalmente naturale e naturalmente normale

Famiglia normalmente naturale e naturalmente normale

Il Santo Padre Francesco ha già compiuto in meno di sei mesi almeno due atti formali di eccezionale importanza per la Chiesa universale: la pubblicazione della Sua prima enciclica colla quale stabilisce la Sua relazione di continuità magisteriale con il Papa Emerito, il cui approccio agostiniano corrisponde bene alla comprensione del cristianesimo dichiarata dallo stesso Francesco e adesso la convocazione per il Sinodo sulla Famiglia ( il primo, straordinario, in 2014 e un secondo, ordinario, nel 2015).

Certo che chi Lo criticava di non fare niente per difendere matrimonio e altri principi imprescindibili  dovrebbe, se fosse onesto, come minimo chiedere scusa pubblicamente colla stessa forza colla quale si era permesso di calunniarlo: Papa Francesco non solo richiama l’insegnamento della Chiesa sulla famiglia ogni qualvolta questo faccia senso, ma, per giunta, dichiara la Pastorale per la famiglia fulcro prioritario del suo papato per i prossimi tre anni a venire.

L’approccio è ineccepibile: non basta più dire cosa sia un matrimonio, o cosa sia la vita, ai membri delle società odierne, bisogna, in realtà, aiutarli a vivere questi matrimoni in verità, aiutarli concretamente ad accudire alla vita nascitura e morente, aiutarli nei fatti a trovare vie nuove per occuparsi dei peccatori, dei poveri, degli ammalati e dei prigionieri.

Il tempo dei discorsi è passato: un discorso per essere recepito deve inquadrarsi in una cultura, ma quando tale cultura non esiste più dal 1940, i discorsi non hanno più alcun impatto. Si passa dall’era del discorso e del verbo a quello dell’agire e del…. sacramento: sacramento che è segno efficace, dove si sottolinea il termine efficacia. Questo sembra essere il tempo attuale che noi viviamo: via le ideologie, rimbocchiamoci le maniche e andiamo verso l’altro, sacramento dell’Altro.

Poco serve spiegare la connessione tra Santa Eucaristia e Santo Matrimonio a chi è divorziato risposato, con figli o al figlio adottivo di una coppia di omosessuali conseguenza di mostruosità accettate dalla società odierna: quel che serve è dare a costoro la possibilità di incontrare il Cristo, cioè a noi tutti di diventare il loro prossimo. Perché questa è la domanda: di chi sono io il prossimo e non, come alcuni credono, chi è il mio prossimo. Di chi la Chiesa si fa il prossimo?

E qui subentra questo magnifico documento pubblicato dal Vaticano e che chiedo a tutti i nostri pazienti lettori  di leggere per intero dalla prima all’ultima riga e a non fare come sul blog C&PC (blog dove addirittura si osa lasciar trattare il Santo Padre di persona abietta!) che presenta apposta il questionario senza l’inquadramento nel quale  debbono essere lette.

Cosa vi leggiamo?

(1)    L’obiettivo del Sinodo del 2014 è “volto a precisare lo “status quaestionis” e a raccogliere testimonianze e proposte dei Vescovi per annunciare e vivere credibilmente il Vangelo per la famiglia”

(2)    L’obiettivo del Sinodo ordinario del 2015 è di “cercare linee operative per la pastorale della persona umana e della famiglia”

(3)    Nuove situazioni sono già identificate: “cercare linee operative per la pastorale della persona umana e della famiglia…  matrimoni misti o inter-religiosi; famiglia monoparentale; poligamia; matrimoni combinati con la conseguente problematica della dote, a volte intesa come prezzo di acquisto della donna; sistema delle caste; cultura del non-impegno e della presupposta instabilità del vincolo; forme di femminismo ostile alla Chiesa; fenomeni migratori e riformulazione dell’idea stessa di famiglia; pluralismo relativista nella concezione del matrimonio; influenza dei media sulla cultura popolare nella comprensione delle nozze e della vita familiare; tendenze di pensiero sottese a proposte legislative che svalutano la permanenza e la fedeltà del patto matrimoniale; diffondersi del fenomeno delle madri surrogate (utero in affitto); nuove interpretazioni dei diritti umani”

(4)    E soprattutto “ indebolimento o abbandono della fede nella sacramentalità del matrimonio e nel potere terapeutico della penitenza sacramentale.”

(5)    Si comprende quanto urgente sia che l’attenzione dell’episcopato mondiale “cum et sub Petro” si rivolga a queste sfide

(6)    Una riflessione del Sinodo dei Vescovi su questi temi appare perciò tanto necessaria e urgente, quanto doverosa come espressione di carità dei Pastori nei confronti di quanti sono a loro affidati e dell’intera famiglia umana.

Ricorda in seguito lo stesso documento l’insegnamento della Chiesa sulla famiglia: “La buona novella dell’amore divino va proclamata a quanti vivono questa fondamentale esperienza umana personale, di coppia e di comunione aperta al dono dei figli, che è la comunità familiare”. Eh sì, lo stesso documento ricorda ancora una volta che una coppia ha da essere aperta al dono dei figli e ricorda che bisogna limitarsi ( quindi ad esclusione di ogni invenzione di teologi più o meno sicuri, ndr)  ai documenti del Magistero universale della Chiesa, integrandoli con alcuni testi del Pontificio Consiglio della Famiglia”

Ricorda poi il documento tutto l’insegnamento biblico sul progetto di Dio sulla famiglia e cita il beato Giovanni Paolo II di Familiaris Consortio “Dio iscrive nell’umanità dell’uomo e della donna la vocazione, e quindi la capacità e la responsabilità dell’amore e della comunione (cf. Gaudium et Spes, 12)”.

Il documento continua: “Gesù Cristo ha ristabilito la bellezza del matrimonio riproponendo il progetto unitario di Dio”“Tornando all’origine Gesù ha insegnato l’unità e la fedeltà degli sposi, rifiutando il ripudio e l’adulterio. Proprio attraverso la straordinaria bellezza dell’amore umano – già celebrata con accenti ispirati nel Cantico dei Cantici, e del legame sponsale richiesto e difeso da Profeti come Osea (cf. Os 1,2-3,3) e Malachia (cf. Ml 2,13-16) –, Gesù ha affermato l’originaria dignità dell’amore dell’uomo e della donna.”

Passa poi il documento ricordando insegnamento della Chiesa sulla Famiglia ricordano le varie tappe dello sviluppo del Magistero in questa materia per ricordare quanto TUTTI i Papi dopo il CVII abbiano sostanzialmente arricchito “con il loro Magistero la dottrina sul matrimonio e sulla famiglia, in particolare Paolo VI con la Enciclica Humanae vitae,… il Papa Giovanni Paolo II nella Esortazione Apostolica Familiaris Consortio volle insistere nel proporre il disegno divino circa la verità originaria dell’amore sponsale e della famiglia…”

Ricorda esplicitamente gli insegnamenti del CCC come anche la recente Enciclica stessa Lumen Fidei dello stesso Francesco : “Il primo ambito in cui la fede illumina la città degli uomini si trova nella famiglia. Penso anzitutto all’unione stabile dell’uomo e della donna nel matrimonio. Essa nasce dal loro amore, segno e presenza dell’amore di Dio, dal riconoscimento e dall’accettazione della bontà della differenza sessuale, per cui i coniugi possono unirsi in una sola carne (cf. Gn 2,24) e sono capaci di generare una nuova vita, manifestazione della bontà del Creatore, della sua saggezza e del suo disegno di amore.”

Viene solo in seguito il questionario, il quale va da essere letto in base all’insegnamento ricordato nei paragrafi precedenti e le cui domande, in quest’ottica, che è quella voluta dal Santo Padre, prendono tutt’altro spessore che quel che suppongono le maldicenze propagate in certi blogs o il sentimento di sconforto espresso dal caro Colafemmina in un suo intevento nel suo blog.

Qui la Chiesa è davvero mossa da spirito pastorale: cerchiamo di partecipare con creatività e filiale obbedienza a questa chiamata apostolica, mettendo da parte personali rigidità mentali e chiusure spirituali.

Più nessuno può dire che la Chiesa cattolica del pontificato di Francesco non annunci la buona novella sul matrimonio e sulla vita.

Ai tradi-protestanti dico: amici, proprio non avete capito niente. Ai progressisti chiedo: amici, ma siete ancora Chiesa?

In Pace



Categories: Attualità cattolica, Sinodi della famiglia

5 replies

  1. C’è un problema: io non sono nè l’uno e nè l’altro, ma mi situo proprio nel mezzo, eppure l’interpretazione* che vogliono darne certi vescovi va in barba anche a me.

    E si perchè certi vescovi ragioneranno come fanno con i documenti del Concilio; non si valutano per ciò che dicono, ma per ciò che vogliono fargli dire…

    • Processo alle intenzioni, caro Ubi? E anche se fosse che alcuni Vescovi porteranno la loro idea ermeneutica, cosa ti fa pensare che tale idea sia completamente campata per aria? Li conosci tutti? E cosa ti fa pensare che qualora fosse davvero campata per aria Roma e gli altri Vescovi, in sede di Sinodo, ne tenga conto?
      E anche se ne tenessero conto, come fai a pensare che tale fiducia accordata a quella linea sia completamente errata? Non può essere che può mancare a te “un’aggancio ermeneutico” per comprendere le ragioni che magari ci sono e non son facili da capire?

      Attenzione: queste non sono domande che vogliono nascondere una realtà che non voglio comunicarti. Non ti sto dicendo che il progressismo più sfrenato sarà certamente vittorioso e lo sarà in forza di argomenti inconfutabili ma incomprensibili per i tradizionalisti. Io sto con Simon, in quello che PER ME somiglia il mezzo.
      Quello che propongo con queste domande è una riflessione sul metodo.
      Anche mediante queste domande (oltre che con contributi spettacolari come questo che ci offre Simon) forse ci si può porre di fronte al Sinodo in modo propositivo e ottimistico.

  2. Mia nonna, credo e spero sia nella Gloria di Dio, diceva: ogni esser putess esser, specialment ‘o mal esser.
    Translate: tutto puo essere, specialmente il “cattivo essere”. Noi sappiamo “chi è chi”, e anche i “metodi” che usa…
    Ho smesso di essere ottimista da un pezzo e sono semplicemente e squallidamente realista. Parte della “battaglia spirituale” (intendo proprio in senso ascetico-mistico) è conoscere “l’avversario” e prevedere/prevenire le sue mosse; non releghiamo tutto all’immanenza, ma ragioniamo un poco con le categorie lotta bene/male…
    Non mi si citi -a sproposito- please la (Virtù) Speranza, che è tutta un’altra cosa…

    • E’ vero: saperlo è importante perché ci richiama alla virtù della prudenza. Ma non dobbiamo esserne schiacciati. D’altronde non ci è chiesto di prendere sulle nostre spalle preoccupazioni che non rilevano dal nostro stato: a noi basta ed avanza fare bene quel che dobbiamo fare nel nostro quotidiano. Così siamo Chiesa.
      In Pace

    • Qui nessuno mi sembra abbia citato la speranza.
      Poi lo sapete: io sono giovane e l’ottimismo mi forma.
      Per il resto il tuo richiamo alle categorie bene/male mi ha colpito. Intanto grazie.

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