Commento a F. Colafemmina circa il “Dialogo di Asclepio e Paolino”

Telesphoros

Telesphoros

Caro Francesco, mi permetto di commentarti su questo blog in comune con Minstrel e non direttamente sul tuo in quanto nella moderazione del tuo blog hai lasciato allegramente  un certo utente, conosciuto per la sua presunzione, permettersi di trattare di ubriaco o anche di malato mentale semplicemente chi non la pensa come lui: cioè, il tuo blog diventa così, purtroppo,  un luogo dove lo scambio educato e rispettoso non può aver luogo.

Malgrado l’accettata presenza di tale cafone tra i tuoi utenti ,  il tuo post circa il Dialogo di Asclepio e Paolino mi ha interessato in quanto tale e vorrei, lo stesso,  farti brevemente parte delle mie considerazioni.

Nel tuo dialogo, Asclepio, eppure dio della medicina, è usato come un semplice  “faire-valoir” a Paolino: mi permetto quindi di introdurti Telesforo, dio della convalescenza,  terzo figlio di Asclepio e della ninfa Eioné, che addolcisce i dolori.

(1)    Paolino : “Se io sviluppo programmi pastorali per queste categorie sociali, implicitamente riconosco il loro status”

Telesforo:  Questo mostra che tu agisci razionalmente, con conoscenza di causa usando della virtù della prudenza: infatti, se tu non riconosci il loro problema in quanto tale, se tu non tieni conto esplicitamente (altro che implicitamente!) del loro peccato e non gli dai un nome e non lo valuti in quanto tale, allora non vedi neanche più la persona che ne è schiacciata a sua insaputa.

(2)    Paolino : “Annunciare il Vangelo significa anche fare delle scelte. Essere lievito per la società, non subire i mutamenti della società, ma cambiarla.”

Telesforo: Esatto! E per cambiarla bisogna interagire con essa, incotrarla dove essa è e con il proprio luminoso ( si spera) esempio agire da lievito ed indurre un cambiamento. Non tutta la società diventerà mai lievito o sale…

(3)    Paolino: “Se mi accosto ad una coppia non sposata il mio obiettivo dovrebbe essere quello di aiutarla a comprendere il sacramento del matrimonio.”

Telesforo: Precisamente! E’ tempo di riattualizzare la pastorale del matrimonio, eccellentemente realizzata in alcuni movimenti ( Opus Dei, RnS, Regnum Christi, NC, CL, ….) ed estenderla a tutta la Chiesa: bisogna quindi capire bene quali siano le realtà, per continente, per nazione, per diocesi. Thinking global, acting local!

(4)    Paolino : “Se d’altro canto rendo più spedite le pratiche di annullamento e riammetto ai sacramenti i divorziati risposati, cosa faccio? … Indebolisco il vincolo”

Telesforo: Perché mai? Quando mai? Non sei un realista, Paolino? Sei un construttivista? Un matrimonio è nullo o non è nullo indipendentemente dal giudizio che se ne fa: non dipende dalla velocità della pratica quindi e neanche se tale pratica sia stata iniziata o no. Ma ti sembra giusto che chi ha un matrimonio oggettivamente nullo debba aspettare anni e spendere somme inconsiderabili per aver la giustizia riconoscere questo dato di fatto?

(5)    Paolino : “E la Chiesa sembra adattarsi a questa mentalità. Non spiega invece al mondo che è succube, schiavo di una mentalità economica perversa, che asserve l’uomo alle esigenze dei mercati, che lo trasforma in un consumatore di emozioni, di sentimenti, di sacramenti…”

Telesforo: Paolino dovresti  leggerti quel che hanno insegnato i Papi da più di un secolo e soprattutto questi ultimi 50 anni in queste materie per non parlare che dovresti ascoltare il messaggio di Papa Francesco reiterato in molteplici occasioni proprio a questo soggetto!

(6)    Paolino : “C’è da dire altresì che mi riesce difficile immaginare cosa potrebbe insegnare un sacerdote ad un figlio di una coppia gay…”

Telesforo: Già dovrebbe incominciare con annunciargli il Kergyma! Chi converte non è il sacerdote ma lo Spirito Santo.

(7)    Paolino : “l’ideologia alimenta l’idea che la società sia in perpetuo mutamento e che dunque l’antropologia stessa e la pastorale che ne deriva e anche la teologia morale, debbano aggiornarsi. Questo è ideologico.”

Telesforo:  No, Paolino: ideologico è non vedere che la società sia in perpetuo mutamento. Il mutamento è sotto gli occhi di tutti: questo è realismo. E se la natura dell’uomo non cambia, gli accidenti sotto i quali si manifesta cambiano e la pastorale come anche la teologia morale che rilevano della ragion pratica si devono adattare nel modo in cui risolvono i problemi anche se non nei principi oggettivi ai quali si riallacciano ( cf St Tommaso, Summa Theologica, Quaestio 94, art.2-4)

(8)    Paolino : “E’ pensare ad una utopia del cambiamento dell’uomo che ci condurrebbe ad annullare ciò che è contenuto nel Nuovo Testamento.”

Telesforo: Ma quando mai un Papa o il Magistero della Chiesa parla di cambiamento dell’uomo? Paolino, smettila di farti male da solo!

(9)    Paolino : “Guardiamo invece alla realtà. Alla crisi economica, a chi detiene il potere. … E’ guidato dalla finanza … Deve sottrarlo al controllo della Chiesa.”

Telesforo: Esatto! Vedo con piacere che ti riallacci perfettamente al discorso degli ultimi Romani Pontefici e a quello molto sottolineato al soggetto di Papa Francesco

(10)Paolino : “… In questo caso abbiamo scoperto il mantra della misericordia, del perdono (per lo più senza conversione e senza cambiamento di vita)…”

Telesforo: Il mantra della Misericordia è tradizionale insegnamento della Chiesa. Che ci sia perdono senza conversione mi risulta un terrore tuo: non ti preoccupare, per salvarti, Paolino, dovrai convertirti: non c’è scampo.

Ma dove mai, in che Magistero la Chiesa avrebbe mai insegnato quel che tu affermi? Attento alle fobie irrazionali e basate sul nulla!

(11)  Paolino : “E in tutto questo la Chiesa che fa? Combatte i potenti per nome? Chiama le Banche e la Finanza a rendere conto dei loro crimini? Chiama le lobbies a render conto della loro disumana distorsione della nostra natura di creature? Chiama la politica a ricostruire il suo ruolo: preservare e custodire gli Stati e non darli in pasto agli speculatori? Sì… ogni tanto c’è un accenno vago, retorico, a queste questioni. Ma nulla di più.

Telesforo: Ancora una volta, Paolino, è un piacere vedere che ti rifai ad uno dei temi maggiori del presente Papato. Ma tu cosa proporresti in più? Applicare le teorie le più estremiste tra quelle delle teologie della liberazione?

(12)  Paolino : “Vedo che hanno fatto effetto su di te quasi dieci anni di scandali pedofili – cominciati nel 2000 per attaccare il malato Giovanni Paolo II – e di distruzione dell’autorità morale della Chiesa

Telesforo: No, devi distinguere il periodo quando questi scandali sono divenuti pubblici da quello in cui gli atti pedofili stessi sono stati commessi. Hanno incominciato ad essere praticati dall’inizio degli anni 50 ed hanno raggiunto il loro massimo negli anni 70. La decrescita è talmente notevole, che malgrado il numero di sacerdoti ben più numeroso oggi che 60 anni fa, i nuovi fatti di pedofilia sono inferiori a quelli degli inizi degli anni 50. Chi ha distrutto l’autorità morale della Chiesa sono in maggior parte quei sacerdoti pedofili ed i loro vescovi in carica tra gli anni 50 e 80 e che furono tutti “formati” negli anni 30 a 60.

(13) Paolino : “Io rivoglio la Chiesa che ho conosciuto da quando sono nato, non questo teatrino vomitevole.”

Telesforo: L’erba “voglio”, Paolino, non cresce neanche nel giardino del Re. Qui fai dell’ideologia e soffri di platonismo acuto: quel che tu chiami “teatrino vomitevole” è la Chiesa Una, Santa, Cattolica ed Apostolica, vera e concreta, attuale, unita intorno al Successore di Pietro ed ai legittimi Successori degli Apostoli in unione con il Vicario di Cristo. Credi nella Chiesa reale o in quella dei tuoi sogni e sospiri, che non ha mai esistito se non nella tua fantasia?

(14) Paolino : “Si parla di nuova evangelizzazione ma qui la gente, i fedeli comuni, non sanno neppure cosa sia l’abc della fede.

Telesforo: Esatto, da dove la necessità di andare verso queste periferie esistenziali che non vivono e ancor meno conoscono la fede. Bello vederti in sintonia con Papa Francesco!

(15) Paolino : “Noi dovremmo proclamare al mondo la necessità di una radicale conversione.”

Telesforo:  Si!!!

(16) Paolino : “E i Vescovi che fanno? Fanno i questionari per capire meglio quanto stia sprofondando nell’abisso una società priva di guide morali, anzi esplicitamente amorale…”

Telesforo: Eh sì! Aristotele lo chiamava la virtù della prudenza. Gesù stesso diceva che prima di costruire una casa ci si siede e si fanno i conti. Oppure che prima di andare in battaglia, il re misura le proprie forze in paragone a quelle del nemico.

In Pace

EDIT:   Telesforo: Leggiti anche, caro Paolino, questo post meraviglioso di Andrea Tornielli: Toccare la Carne di Cristo

 



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12 replies

  1. Telesforo: colui che porta lontano. Che conduce e guida sicuro verso un buon fine.
    E pensare che nella mitologia greca Telesforo è un fanciullo. I più piccoli possono essere Chiesa docente? 😛

    Non potevi scegliere nome migliore, caro Simon. Grazie per questo scritto.

    • Un fanciullo con un cappuccio.
      I pù piccoli possono essere Chiesa “Docente”? Misticamente, credo proprio di sì, perché prendendone cura incontriamo Cristo stesso e che i loro angeli contemplano il Viso di Dio.
      In Pace

  2. Telesforo è stato anche un mio antenato ( sec.XIX ) un poco illuminista 🙂

  3. Colafemmina mi convince di più per il richiamo alla severità, che in questo moneto ritengo fondamentale.
    C’è in giro una pletora di “pietisti”, che scambiano questo pernicioso pietismo per misericordia.
    La piaga si infetta e si fa verminosa in questo modo. Negli ospedali da campo spesso si amputa per evitare cancrene.
    Poi certo ciò che dice Colafemmina va affinato, ma la prima è che ci vuole la frusta, una severa svolta.

  4. A proposito di verga e di severità, una “perla” dell’allora Papa Benedetto XVI ora emerito: “Anche la Chiesa deve usare il bastone del pastore, il bastone col quale protegge la fede contro i falsificatori, contro gli orientamenti che sono, in realtà, disorientamenti. Proprio l’uso del bastone può essere un servizio di amore. Oggi vediamo che non si tratta di amore, quando si tollerano comportamenti indegni della vita sacerdotale. Come pure non si tratta di amore se si lascia proliferare l’eresia, il travisamento e il disfacimento della fede, come se noi autonomamente inventassimo la fede. Come se non fosse più dono di Dio, la perla preziosa che non ci lasciamo strappare via”

    • Non confondiamo “governo” dove l’uso del bastone è una possibilità con la funzione propria alla Chiesa. La Chiesa non è qui per bastonare il peccatore, chi è lontano: non è la Sua funzione. Ma, certamente, per chi è sottomesso al governo della Chiesa, il “bastone” è strumento di misericordia.
      Ma, sài, Ubi, analogicamente penso che bisogna essere estremamente vigili e commessi nella ricerca personale della virtù con se stessi ed essere molto comprensivi ed in un ottica di sostegno con gli altri: perché noi possiamo governare solo noi stessi, mentre, invece, siamo qui per essere al servizio degli altri.
      In Pace

  5. Gustoso assai questo dialoghetto, all’insegna del realismo e del buon umore: è come se tu spiegassi a un bambino impaurito dalle ombre mostruose che si dimenano sulla parete della sua cameretta durante una notte tempestosa, non sono altro che l’agitarsi delle foglie dell’albero che si trova nel suo giardino! Da quando ho cominciato il mio percorso di fede, dovendo accompagnare mio marito al Battesimo (avvenuto la notte di Pasqua di quest’anno), e sono passata da un cristianesimo teorico e astratto ad un cristianesimo “incarnato”, fatto di atti concreti e di disciplina quotidiana alla preghiera e alla meditazione, ho imparato a chiedermi la provenienza di un pensiero o di uno stato d’animo. Ovvero, questa cosa che io provo o penso, viene dallo Spirito Santo o da “altro”? Normalmente la tristezza e la depressione NON vengono dallo Spirito Santo. Mentre l’errore genera spesso lo sconforto e il senso di impotenza. Come si fa a essere cattolici senza sapere come opera il cornuto, se non si impara a scovarlo nella propria intimità ?

    • Il discernimento degli spiriti…. tipicamente ignaziano, ma parte della grande tradizione della Chiesa, dalla gioia del giovane Giovanni alla tortura morale dell’Iscariota.

      Ti ringrazio, gentile Rosanna, per quest’osservazione sulla relazione tra senso di sconforto ed impotenza provocati dall’errore. Cosa interessante è che chi corre dietro il benessere, sia esso materiale (i beni) , intellettuale (le ideologie) ed anche religioso (ritualità “magica” da un lato o menefreghismo “laicofilo” dall’altro) finisce in questo sconforto: chi guarda la Croce e La cerca nella vita quotidiana,in particolare al servizio delle persone di cui il nostro stato ci ha messo incarico, nella presenza di sempre di Dio, allora vive la gioia pacifica dell’unione con Cristo nella Sua Chiesa.

      Molti cercano esperienze mistiche incredibili, per avere il il “feeling” di connettere colla Divinità, mentre invece, come dici tu, questo semplice discernimento degli spiriti ci mette in dialogo costante e concreto con Essa.
      Spero rileggerti!
      In Pace

  6. In quanto al discernimento degli spiriti, Paolo ci offre dei criteri sicuri e infallibili: “Mortificate dunque quella parte di voi che appartiene alla terra; fornicazione, impurità, passioni, desideri cattivi e quella avarizia insaziabile che è idolatria (…) Ora invece deponete anche voi tutte queste cose: ira, passione, malizia, maldicenze e parole oscene dalla vostra bocca. Non mentitevi gli uni gli altri. (…) Rivestitevi dunque, come amati di Dio, santi e diletti, di sentimenti di misericordia, di bontà, di umiltà, di mansuetudine, di pazienza; sopportandovi a vicenda e perdonandovi scambievolmente, se qualcuno abbia di che lamentarsi nei riguardi degli altri. (…) Al di sopra di tutto poi vi sia la carità, che è il vincolo di perfezione. E la pace di Cristo regni nei vostri cuori, perché ad essa siete stati chiamati in un solo corpo. E SIATE RICONOSCENTI! Col.3, 5-15
    “Nessuna parola cattiva esca più dalla vostra bocca; ma piuttosto, parole buone che possano servire per l a necessaria
    edificazione, giovando 1
    a quelli che ascoltano. E NON VOGLIATE RATTRISTARE LO SPIRITO SANTO DI DIO, col quale foste segnati per il giorno della redenzione.
    Scompaia da voi ogni asprezza, sdegno, ira, clamore e maldicenza con ogni sorta di malignità. Siate invece benevoli gli uni verso gli altri, misericordiosi, perdonandovi a vicenda come Dio ha perdonato a voi in Cristo. Ef. 4, 29-32
    Lo Spirito Santo arriva, perché ti vuole bene e si dona con slancio ineffabile, viene per farti santo, per farti partecipare della Sua stessa natura ( il Regno dei Cieli è vicino!), non viene con squilli di tromba, ma come un venticello che ti sfiora gentile e …. ti trova che stai “rosicando”perché non c’è più la Chiesa di una volta, non ci sono più i Papi di una volta, i fratelli di una volta…e ti chiudi così all’ azione dello Spirito Santo, lo rattristi , lo contristi, gli dici di passare più tardi, quando la realtà si sarà finalmente adeguata ai tuoi desideri…

  7. sì ma la frusta, la severa svolta per ki? per ki la vita è già troppo severa e ne son frustati alla grande?

  8. leggo arguzie e termini lievi. la vita è già croce senza kiede fruste. ki le vuole le fruste si autofustighi senza pensar di usarla verso altri ke sapran ben vagliare la propria coscenza

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