La stampa, il Papa e quel Silenzio indicibile al Crocevia…

Time stops when you smile to silence

«Sorrise come soltanto i veri timidi sanno sorridere.
Non era la risata facile dell’ottimista né il rapido sorriso tagliente dei testardi ostinati e dei malvagi.
Non aveva niente a che fare col sorriso equilibrato, usato di proposito, del cortigiano o del politicante.
Era il sorriso strano, inconsueto, che sorge dall’abisso profondo, buio,
più profondo di un pozzo, profondo come una miniera profonda,
che è dentro di loro».

Ernest Hemingway, “Di là dal fiume e tra gli alberi”

siete avvisati.

Oggi Langone risponde a De Marco e cita pure Mic, oramai divenuta la voce autorevole del conservatorismo “dei troppi se e dei troppi ma”.

Come mi son ripromesso ci ho pensato ed ora personalmente ritengo che il Papa abbia davvero inaugurato una novità davvero mai vista nella figura Papale: la vicinanza PUBBLICA al singolo. Probabilmente per molti a causa di ingenuità, per altrettanti per furbizia e per me perchè semplicemente si fida di Dio e di ciò che sente, lui parla a Scalfari come se questi fosse un uomo venuto da lui non per un’intervista di un noto giornale italiano, ma un uomo venuto a parlare di Dio, della Verità e per dialogare.
In questo senso forse sta sia la novità da amministratore delegato che cita Simon, che prevede l’idea di sporcarsi le mani in prima linea, sia la forzatura che tutti compiamo sulle sue parole, me compreso.
Forse davvero scomodare Ricouer per leggere un articolo di giornale diventa un esercizio di alta apologetica che però manca della comprensione vera delle motivazioni che spingono al gesto iniziale. In questo forse ho peccato di forzata strutturazione analitica, ovviamente spinto da altre forzate letture che a mio avviso, spaesate come tutti da questo nuovo moto Papale, cercano comprensione.
Forse è tutto qui. Tutti i critici si soffermano sulle parole. E la mia apertura al contesto e alla dinamica di lettura ermeneutica colgono l’aspetto finale del messaggio vero di Bergoglio.
Ed è per questo che diviene inutile anche la risposta che stavo preparando al caro DR di Messa in Latino in cui sviluppavo meglio il mio pensiero ermeneutico. No, ora questa risposta mi sembrerebbe una presa in giro.

Forse davvero solo la lettura dei profetici “consigli” che già nel 1964 Paolo VI dava ai Padri del Vaticano II nella sua “Ecclesiam Suam”, possono guidarci a comprendere questo Papa e il suo messaggio.

Mi pare che tale messaggio inizi e finisca proprio alla mera e onestissima volontà di incontrarsi.
Cioè la voglia di incontrarsi, quello che per tutti noi è solo il preambolo del vero messaggio che è successivo a questa volontà, diviene il messaggio stesso! Questo ribaltamento è la sua forza innovativa del Papa!
Il messaggio è desiderio di Crocevia: onestamente senza pregiudizi, ma nemmeno sotterfugi. Senza doppi fini, ma per il gusto di farlo. Gesto che è quello dell’accoglienza dell’altro. Non importa chi si rappresenta in quel momento, importa CHI si vuole incontrare  e QUELLO CHE si vuole dire in quel Crocevia, voluto e costruito insieme.
Il Papa vuole davvero sapere cosa pensa Scalfari.
E dietro Scalfari non vede la generalizzazione dell’ateismo. Il Papa non risponde TRAMITE lui, ma risponde A lui e a lui solo.
Dietro le sue risposte egli parla a Scalfari perché ora è lui che conta; e poco conta di quello che gli altri – coloro che non sono lì in quel momento, che non sentono i toni, non sentono il calore, non vedono il sole che entra dalla finestra e illumina la quiete – inorridiscano di fronte alle parole. Perché il contesto non è meramente giornalistico per Bergoglio, il contesto è quel momento.
Unico irripetibile. Ovvio non si capisce. Ovvio che non possiamo capire.

Questo certamente è soppiantare il ruolo storico del Papa quale figura “sopra le parti” che nell’ideale platonico di molti debba somigliare ad un sovraumano dotato dell’unica facoltà di esprimere il già detto e parlare non direttamente alle persone dinnanzi a lui, ma alle persone “dietro”, coloro cioè che queste persone rappresentano.
Parlare agli atei, non a Scalfari.
Parlare agli scientisti, non a Odifreddi.

Che errore che stavamo compiendo nel comprendere Papa Francesco.
Tutti. Me compreso che invece ben conosco il valore del silenzio indicibile.

Come tutti dai… davvero non vi è mai capitato di vivere un minuto di silenzio con un altra persona, e rendervi conto che tutte le parole spese fino a quel momento non valgono niente rispetto a quel minuto di silenzio? Rendervi conto cioè che quelle parole servivano per quel minuto di silenzio?

Nell’epoca di facebook e della visibilità mediatica, il Papa non è un furbo ragioniere, ma un onesto ascoltatore di anime.
Nell’epoca in cui si esiste se si è su facebook e l’onore lo costruisce la visibilità mediatica, il Papa cerca il contatto umano col singolo Il contatto della pelle, quello del sangue, delle ossa, dell’anima che si mostra nella carne! Se davvero siamo maledettamente incarnati egli cerca quel minuto di silenzio in un mare di cazzate scritte e sovrascritte.

Tool silence.
Cascata in bosco silente che ti lava e purifica.

Chiunque sia uomo sa di cosa parlo.
Della birra trappista a destra, del piatto vuoto di pasta all’amatriciana davanti a te, dell’amico sincero che ti sorride alla tua sinistra e tu – che di fronte hai cameriere indaffarate, adolescenti con il cellulare, risate false e vere, una partita di champions sul grande schermo e rumore, tanto rumore – senti scomparire tutto e capire cosa è la relazione. Capire l’enormità e insieme la fragilità del silenzio. Della stima. Dell’amicizia. Dell’amore. Dell’incontro e del dialogo.

Il Papa vuole questo. E se fossi io al posto di Scalfari cambierebbe tutto perché in me non cercherebbe di rispondere ai cantanti, ma l’uomo che sono, l’uomo che egli vuole conoscere ed abbracciare, capire il percorso adatto per conoscerlo di più, per ringraziarlo della sua presenza e insieme cercare quel silenzio di gratitudine!

Ritengo che questa mia analisi, che per la prima volta si inoltra in territori non misurabili scientificamente come tenta di fare l’ermeneutica, ma non per questo – per noi tomisti – meno veri, sia credibile perché riscontrabile profondamente nei TONI (verbali e gestuali) del Papa.
Ora parla l’attore che sono: il Papa non può non credere profondamente in quello che dice.
Perché il più grande attore del mondo è credibile perché appunto è attore e riconosciuto tale. Egli non è credibile per il disegno che ne fanno di lui i mass media, ma perché quando lo senti al microfono che dice solo la parola “vergogna” senti al volo dentro cosa significa l’onestà.

E so  che posso essere ingannato dalla stima che piano piano egli sta costruendo in me con quello che io chiamo “tono”. Sono però consapevole di questa continua crescita di stima interiore che non nasce dall’emozione del momento, bensì dai sentimenti che io custodisco in me e che il Papa non fa che smuovere ogni volta. E non è per contraltare a Ratzinger: ricordo ancora che quando Benedetto XVI lasciò il soglio pontificio, è come se mi fosse mancato, nella scuola della vita, il mio professore preferito…

I mass media di oggi, tanto alla ricerca della “vita vera” nei format televisivi e nelle serie TV, non si lasciano scappare il Papa non perché egli ci sappia giocare e loro stanno al gioco, ma perché alla fine si stanno rendendo conto che la vita è “vera” solo quando è completamente onesta, e questo Papa è l’emblema della serena onestà. Quando in piena onestà una persona si mostra nuda e consapevole di chi è e cosa vuole, sfonda. Cioè diviene irresistibile, soprattutto per le anime che cercano questa Verità.

VOLO PINDARICO

Una splendida serie televisiva andata in onda anni fa fu Six feet under.
Sinossi: una famiglia americana, borghese, titolare di una ditta di pompe funebri, elabora il lutto dell’improvvisa morte del padre di famiglia.
Recensione: un quadro straordinario dei limiti della visione moderna della vita, tutta concentrata sulla costruzione qui ed ora e al contempo una riflessione straordinaria sulla morte, sul suo mistero, sul suo valore.

In una delle ultime puntate c’è un dialogo fra due protagonisti: il figlio maggiore con il padre, l’ombra del padre, il ricordo del padre poiché appunto egli muore alla prima puntata. Scena onirica, surreale, meta-reale come oramai ci ha giustamente abituato il cinema d’autore.
Eccolo:

NATHANIEL SR. :The day I turned 40, you were in Europe. I spent the whole day wondering if you’d call.

NATE FISHER: Sorry.

NATHANIEL SR.: Oh, don’t apologize. You did what you had to do, you little fucker.

NATE FISHER: You know, so much crazy shit has happened since these pictures were taken. So much. The idea of 40 more years—

NATHANIEL SR.: The next 40 fly by much faster. It’ll be over before you know it.

NATE FISHER: Time flies when you’re having fun, huh?

NATHANIEL SR.: No, time flies when you’re pretending to have fun. Time flies when you’re pretending to love Brenda and that baby she wants so much. Time flies when you’re pretending to know what people mean when they say “love”. Face it, buddy boy, there’s two kinds of people in the world: there’s you, and there’s everybody else, and never the twain shall meet.

Questa è la realtà di oggi che siamo chiamati ad incontrare! Volete scappare perché parlarno un linguaggio scurrile come ho fatto io senza alcuna vergogna sopra, perché ritengo di essere consapevole quando una parolaccia diviene la parola giusta al momento giusto come intedeva dire Pasolini?!
Questi sono gli script che fanno furore perché davvero raccontano l’uomo di oggi!
Il Vangelo non è l’uomo di oggi e forse non lo è mai stato. Il Vangelo è al massimo l’uomo al suo massimo! Il Teso at- teso, come cita il nostro sottotitolo.

Non dobbiamo aver paura di questi dialoghi che ci appaiono la censura completa delle istanze cartesiane, fra res extensa e res cogitans, che sembrano la chiusura di un’anima oramai compromessa, totalmente estranea alla Verità cattolica, completamente intrisa di Hegelismo, sbalestrata dallo scientismo, disperata, oramai perduta!

Nemmeno dobbiamo approciarci escludendoci personalmente dal dialogo con coloro che vivono questa visione; io invece posso permettermi e devo permettermi (e devo obbligarmi!) a constatare la straordinarietà di questa visione (quella scena del serial è da URLO!!!) e sentire che c’è moltissimo che unisce la mia attuale metafisica con quella qui annunciata!
Entrambe le metafisiche infatti prevedono la fine della propria presa in giro: basta smettere di autoingannarci. E’ necessario riprendere in mano l’anima e riconoscere cosa vuole davvero, cosa siamo chiamati ad essere, il perché siamo nati. E noi cristiani sappiamo che in fondo il seguire la coscienza, riconoscere le istanze dell’anima è riconoscere ed accettare la nostra vocazione! E seguirla! E’ riconoscere un disegno. IL disegno. E seguirlo!

Ed ecco che allora siamo tutti Nate Fisher quando sorridendo diciamo che “il tempo vola quando ci si diverte”. Ed alcuni che conosco direbbero: “è vero, ma almeno ci divertiamo fino alla morte”. Altri, bacchettoni, direbbero “il divertimento non porta certo alla vita eterna”.
E poi ci sarebbero altri, amici miei, che – senza titoli teologici in tasca e chissà che scuole frequentate, ma con una vita passata a lavorare, ad aprirsi agli altri, a sorridere timidamente alla Hemingway, a suonare per chi domanda un minuto in compagnia della musica –  mi guardano una sera, in macchina, di ritorno da un concerto e mi dicono:

“Vedi questa discoteca? Ecco, dentro ci saranno centinaia di giovani che bevono, ballano, scopano… e io penso…”
Silenzio
“che bello…”
Silenzio
“…che bello sarebbe se tutto questo lo facessero con la testa sulle spalle!”

E io qui ci sento la verità della filosofia del senso comune, ci sento Six feet under e il suo smettere di “pretending to have fun“, ci sento il Papa e il suo “incontriamoci” a Scalfari che sottointende “perché ho proprio voglia di incontrarTI!“.
E ci sento queste parole di San Tommaso:

“Le bestie [sono tali perché] mancano di ragione. L’uomo diviene bestiale nel coito in quanto diviene incapace a moderare con la ragione il piacere dell’atto, e il bollore della concupiscenza. Ma nello stato di innocenza non c’era nulla che sfuggisse al freno della ragione; non che fosse minore il piacere dei sensi, come dicono alcuni (poiché sarebbe stato tanto maggiore il diletto sensibile, quanto più pura era la natura e più sensibile il corpo); ma perché il concupiscibile non si sarebbe gettato così disordinatamente su tale piacere, essendo regolato dalla ragione. Alla quale ragione non spetta rendere minore il piacere dei sensi, ma impedire che la facoltà del concupiscibile aderisca sfrenatamente al piacere; e sfrenatamente qui significa oltre i limiti della ragione. Così l’uomo sobrio nel cibarsi moderatamente non ha un piacere minore dell’uomo goloso; ma il suo appetito concupiscibile si abbandona meno a tale piacere.”
San Tommaso d’Aquino – Somma Teologica Iª quest. 98 art. 2 ad 3

Quando lo dissi al mio amico, egli mi guardò e mi disse: “Era quello che intendevo. E poi… cosa ne so, si vede che aveva la mia stessa idea”.

E poi silenzio. Quel minuto di silenzio che già citavo prima.

Quel minuto in cui tu pensi che alla fine qui si parla di giovani che scopano e bevono di brutto in quattro mura eppure tutto quello che è uscito travalica questo aspetto. Perché è un aspetto che non serve, che non sana nulla, ma che trattarlo rovina il silenzio perché SENTI che non centra nulla. Proprio nulla! Perché sarebbe rovinare tutto. E non è per tacere “su quello che ci divide”, perché questo mio amico sa come la penso, eppure quella distanza è minima ora, perché in realtà ci stiamo rendendo conto che quando si litiga per questo aspetto, si litiga dicendo la STESSA COSA, semplicemente entrambi ci basiamo su un’idea preconcetta delle idee dell’altro!

No.

Solo silenzio. La A4 che scorre veloce sotto di noi. Il ricordo di una discoteca sconosciuta, le cui luci sono oramai scomparse.
E la gioia di aver costruito insieme quel minuto di silenzio indicibile.
Quel silenzio che ho tentato di esprimere ora qui, per iscritto.
Ho fallito. Ma sono felice. Clicco su “pubblica” e sento già che dentro me sta nascendo questo silenzio agognato. E’ come incontrare sé stessi al Crocevia. Tutto il comprensibile diventa chiaro e il mistero diventa amico perché afferrabile dall’infinitezza del pensiero.

E capisci che anche questo è pregare. E che adesso è l’ora di uscire e di viverla sul serio, questa cazzo di vita!



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15 replies

  1. ” Il Papa non risponde TRAMITE lui, ma risponde A lui e a lui solo.”
    Amico, ci dai a tutti noi la sola chiave ermeneutica che valga.
    Grazie
    In Pace

  2. Certamente dopo aver ricevuto un nobile trattamento su Chiesa e post Concilio dove un pio e mite militante mi ha rivolto il suo cristiano saluto di pace ” … i miei commenti contro Carradori e Pastorelli, o debbo diventare mellifluo e ipocrita come il primo e saccente come il secondo per vederli? ” non ci sarebbe più voglia di scrivere sugli spazi tradizionalisti … ( per fortuna i blog sono tutti sotto controllo da parte della polizia postale …) . Tornando all’argomento che Simon ha posto all’attenzione dei lettori vorrei premettere che motivi di critica, seria e costruttiva, all’attuale pontificato ce ne sono tantissimi ma vanno tutti espressi nella carità e con il rispetto dovuto all’augusto Personaggio. La nostra fede si fonda su Cristo Signore , unico Redentore dell’uomo, e non sul Papa che è il servo dei servi di Dio. A tal proposito noi risetniamo ancora degli influssi giansenisti che hanno cambiato l’immagine della nostra devozione nei confronti del Papa. Prima dell’800 non era così e forse quel tipo di impostazione pre-giansenista sarebbe andata molto meglio anche per i nostri giorni.
    Boona giornata !

    • Caro Andrea,
      mi dispiace che tu sia stato trattato in quel modo: è una delle ragioni per la quel desidero mantenere il più alto riserbo circa mia persona, la quale, in tutti i modi, è totalmente senza interesse rispetto ai soggetti trattati.

      Conosco le tue riserve circa alcune affermazioni dell’attuale Pontefice: la mia linea personale circa Papa Francesco è quella che ho spiegato nel mio post intitolato il Quarto Comandamento .

      Finora, onestamente ed in coscienza, non ho trovato nessuna pietra da scagliare quanto ai contenuti e quanto alla forma mi sembra che Kerygmatico in questo stesso post abbia dato la soluzione.

      Se vogliamo parlare di Storia, direi che quel che è successo negli ultimi due secoli è l’ascensione del Papato da una situazione di realtà politica terrena e limitata geograficamente a quella di Capo religioso del cattolicesimo aldilà di ogni confine e ora a quella di Autorità Morale dell’Umanità, unica forza in contrapposizione alle forze di distruzione e di morte economiche e politiche.

      Non ti preoccupare: Papa Francesco sarà perseguitato anche lui molto presto e molto violentemente: la luna di miele è finita con lui colla posizione della Chiesa cattolica contro la guerra in Siria e la giornata mondiale di preghiera e di digiuno a questo proposito. Ormai siamo, noi cattolici, i nemici numero uno del pensiero unico e del nuovo ordine mondiale. Le critiche già nascono pilotate negli ambienti e nelle geografie più asservite ai poteri nazionali, come in Francia.
      In Pace

    • Andrea, ti capisco non fa per nulla piacere essere accomunato con personaggi pieni di boria come Pastorelli!

  3. “non ci sarebbe più voglia di scrivere sugli spazi tradizionalisti”

    Forse questa sensazione di Andrea Carradori potrebbe suggerire una decisione.
    Lasciali cuocere nel loro brodo, quello di ultra-papi… di un qualcosa che probabilmente non è più la Chiesa di Cristo, ma solo un’idea disincarnata e ossessiva risultato di un disagio, e che non ha più nulla da dire.

    • Sapendo però giuseppe che prima o poi anche loro saranno da andare a riprendere. Ma temo che il primo passo debba essere loro: scendere dal piedistallo del sentirsi, contradditoriamente, l’unica vera strada dell’essere Chiesa.

      Grazie di questi commenti.

      • E no caro Giuseppe! Perchè loro, con i loro illustri saccenti non hanno tutto il mandato, deleghe comprese, del Tradizionalismo Cattolico!

  4. un blogger qui si dichiara sicuro che…..
    Ormai siamo, noi cattolici, i nemici numero uno del pensiero unico e del nuovo ordine mondiale.

    ah davvero?…bella questa, devo ridere o piangere? e da dove trae la sua olimpica certezza ?
    forse non ha letto (o ha dmenticato) alcune cosette, dichiarazioni pubbliche, tipo:
    1) nel pre-conclave il card. Sodano disse “sarà eletto un papa al servizio dell’ordine mondiale”
    2) papa B16 nella Caritas in veritate scrisse: “c’è bisogno di un’autorità politica mondiale”
    3) già GPII aveva invocato la “casa comune europea”, questo moloch che a mio avviso ci divorerà prima o poi, con la scusa del “bene comune”, ottima scusa culturale-politica-RELIGIOSA, in nome di un mitico unionismo egalitario CIECO E SCHIAVO del pensiero UNICO, per consegnarci al NWO, volenti o nolenti, legati mani e piedi nell’indifferenza di larghi strati dell’umanità rimbecillita dal circo mediatico e dalle OFFERTE dei supermarket;
    4) Papa Paolo VI chiese un governo mondiale: “C’è qualcuno che non vede la necessità di pervenire, in tal modo, progressivamente, alla creazione di un’autorità mondiale in grado di agire efficacemente sul piano giuridico e politico?”…
    5) Papa Giovanni Paolo II: nel suo discorso del 1995 alle Nazioni Unite, rifletteva sulle connessioni storiche tra il Vaticano e l’organismo mondiale: “…. la Chiesa e le Nazioni Unite trovano costantemente ampi settori di cooperazione sulla base della loro comune preoccupazione per la famiglia umana…
    http://nwo-truthresearch.blogspot.it/2013/06/caritas-in-veritate-il-governo-mondiale.html
    che suadente l’espressione “famiglia umana” eh ragazzi ? e tutti ciechi di fronte al risvolto di religione mondialista che adora il dioignoto (GADU) ! ignoto per ora….

    vi è sufficiente per aprire gli occhi ? chissà…..la narcosi di regime intanto continua, facendo bere alle masse la beata illusione che la Chiesa ci tuteli dal NWO, poveri illusi, pecore del popolo(bue) in cammino verso il baratro al guinzaglio dei padroni del mondo …

    • PS. nota tecnica per il gent. Redattore: non so gli altri lettori, ma io
      faccio molta fatica a leggere i caratteri di colore grigio chiarissimo su fondo bianco, quindi con contrasto vicino allo zero. Dopo alcuni minuti devo rinunciare, spiacente :non si potrebbe staccarli meglio dal fondo, non dico in nero, ma antracite ? (inoltre sono dimensioni “micro”….) grazie.

  5. Piccoloa nota a nb i cui commenti giacciono in moderazione: pubblicheremo ogni riga dello scritto quando per ogni citazione che fa ci sia il link al documento ORIGINALE.
    Riguardo poi al grigio su bianco e dimensione caratteri ho già scritto che purtroppo il template di wordpress.com è fisso e c’è poco da fare se non passare ad altro template (e perderei parecchio di impaginazione) o a wordpress org che ora non ho nemmeno tempo di ristudiarmi.
    ctrl+ e il gioco dovrebbe essere fatto per ognu browser. Ciao e grazie del passaggio nb!, Attendiamo quando richiesto.

  6. Scusi egr. kerigmatico, ma lei davvero mi stupisce. Ammesso che sia un obbligo citare i link di ogni fatto e discorso che è già arcinoto al pubblico navigante o non-, le chiedo: ha letto la Caritas in veritate ?
    Appena possibile troverò i link ai discorsi originali che ho riferito (non è che io sia un fan di quel sito riportato, stia certo), ma le chiedo che male c’era a pubblicare il mio post, e, visto il gran piacere del dialogo qui coltivato, confutarlo subito sulla veridicità delle fonti ?
    Valga un doc. per tutti, l’enciclica di B16, e faccio notare che la Caritas in veritate è reperibile su centinaia di siti web, inoltre fu regalata con FC agli acquirenti, appena uscita anni fa: girò nella mia famiglia, dove tutti desideravano leggerla.
    Le dò un link di zenit.org che riferisce ciò che riferivo:
    http://www.zenit.org/it/articles/un-governo-mondiale-per-un-economia-dal-volto-umano
    art. 18 nov 2011
    riferito ad un convegno sull’argomento “Governo mondiale” da cui leggo:
    Governance o governo? La Dottrina sociale della Chiesa di fronte alla sfide della globalizzazione e La Civitas nell’insegnamento di Benedetto XVI successivo alla Caritas in Veritate sono stati i temi discussi nel corso della terza sessione del convegno svoltosi tra ieri e oggi, dal titolo
    “Il ruolo delle istituzioni alla luce dei principi di sussidiarietà, di poliarchia e di solidarietà.”
    …..
    Il presule (mons. Mario Toso) ha poi fatto riferimento a quel passo della Caritas in Veritate (67) in cui il Papa sottolinea la necessità della creazione di una “vera Autorità politica mondiale”. Essa dovrà essere un organo con un “potere effettivo” e dotato di “forza morale”. ecc….dunque sono fioriti dibattiti pubblici sulla questione toccata dal papa !
    ————————
    Se un testo è notissimo da anni, pubblicato e presente nelle case di tanti italiani, che senso ha chiedere l’originale?
    spero vivamente che, in omaggio al decantato dialogo in ricerca della verità, dopo l’invito cordiale e accogliente “TUTTI AT-TESI”, non sia poi la verità dei fatti lampanti come il sole ad essere negata; ovvero gent. Kerigmatico, non voglia fare come quel tizio che ricevendo una lettera e leggendone il contenuto sgradito o allarmante, inopinato, che lo coglie di sorpresa, prende la pistola …..e spara al postino ! (illudendosi di cancellare la DURA realtà dei fatti).
    Se censurerà questa presente risposta, dovrò dedurre che il postino secondo lei è colpevole della notizia contenuta nella missiva, cioè che l’ambasciatore è…..bastonabile, bastonabilissimo!
    (così disse il conte Attilio, al pranzo di don Rodrigo)
    Spero di non essere per lei -che vedo dialoga così agilmente con siti ILLUSTRI, dotti e difficili, ossi duri nelle tenzoni attuali- io, persona di poche risorse, ma con occhi aperti sulla realtà in fieri, diventare un piccolo “sasso” sgradito e d’inciampo (tal da chiuderlo nei cassetti) nel corso del suo stimato cammino dialogante “nella verità”, la quale, come lei sa, è quella realtà presente-evidente nei FATTI, innegabile, non ciò che noi preferiremmo secondo un’idea coltivata, costruita nel tempo secondo i nostri sogni ( e accarezzata a lungo, talora come “rifugio” ed autorassicurazione contro le intemperie esterne….capita talora anche per me)
    Cordiali saluti

  7. Ho pubblicato tutto e non certo perché lei nb insiste a pensare che disattenderemmo la nostra linea editoriale anticensura per la quale tutti qui possono raccontare le favole.
    La Caritas in Veritate è una enciclica talmente immane, che tocca tematiche che conosco a malapena, che mai mi sono permesso l’ardire di leggerla con spirito di critica o addirittura per ricercarne palesi richiami al Nuovo Ordine Mondiale e ai Rosacroce e a Dan Brown, alla Maddalena moglie di Gesù e al Sacro Grande Raccordo Anulare.
    Ciò che chiede di pubblicare nb, sono semplicemente una marea di… come si dice tra noi giovani? Ora non mi sovviene… marea di “dicerie”! Ecco, si. Va QUASI bene.
    Le fornisco naturalmente dei link per provare quanto dico. Il problema è che i miei link non portano ad un articoletto di 2000 battute (battute in tutti i sensi…) di discutibilissime opinioni ridicole, quanto a convegni di approfondimento dell’enciclica in cui si dibatte fra economisti. Gliene cito due. L’articolo di Zenit che linka lei parla di un altro di questi dibattiti. Si cerchi le pubblicazioni di questi convegni, non tiri conclusioni su parole estrapolate dal contesto. Lei cosa intende con “nuovo governo mondiale”? E il Papa cosa intendeva? Sicuro? SICURO?!
    Ovvio che io mi posso permettere di rispondere con questo tono: ho ascoltato alcune di queste conferenze (e conoscendo parte delle persone coinvolte) e ne ho confrontato le conclusioni con la paginetta che lei linka.
    Il risultato ognuno lo trovi da sé.
    ECONOMIA, NEL SEGNO DELLA FRATERNITÀ
    http://www.lanuovaregaldi.it/evento.cfm?evento=1259&situazione=3
    IL PAPA: SÌ AL MERCATO, MA SOLO SE E’ “FRATERNO”
    Stefano Zamagni spiega la Caritas in veritate agli studenti novaresi
    http://www.lanuovaregaldi.it/passio2010/evento.cfm?evento=1367&situazione=3

    Buono studio.

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