Frati dell’immacolata: banali considerazioni statistiche

domanda-statistica

Gran bella domanda…

Il fatto è oramai noto: Padre Bruno ha presentato online i dati statistici del Questionario sottoposto ai frati di voti perpetui dell’istituto religioso durante la Visita Apostolica di mons. Vito Angelo Todisco.

Al volo Colafemmina, che probabilmente ha conoscenze interne all’Istituto (conoscenze filo-Manelliane ovviamente), scatena l’inferno facendo notare che il Questionario rivolto ai frati era composto da quattro domande divise in questo modo:

a. Tutto va sostanzialmente bene.
b. Esistono problemi risolvibili dal Capitolo Generale Ordinario
c. Esistono problemi gravi risolvibili da un Capitolo Generale Straordinario
d. Esistono problemi gravissimi che richiedono il Commissariamento dell’Istituto

Ora si lamenta che ora i risultati del questionario vengano presentati unendo in un dato unico la domanda b, c, d facendo risultare percentuali bulgare sui problemi dell’Istituto e quindi sulla volontà dei frati stessi di avere un Commissariamento. Cioè così:

a. Tutto va sostanzialmente bene.
b. Esistono problemi.

b1: problemi risolvibili da un Capitolo Ordinario
b2: problemi risolvibili da un Capitolo Straordinario/Commissariamento.

Rincara la dose MiL con più articoli dedicati alla questione che sostanzialmente non differiscono dalle argomentazioni di Fides et forma.

Al riguardo non mi pare si sia andati oltre la richiesta di silenzio stampa poiché questi blog non hanno fatto altro che rileggere una notizia fornita dall’organo web ufficiale dell’Istituto.

Ma questa rilettura fa sorgere alcune banali domande di carattere logico:
– Fosse vero che ripresentando i dati in modo diverso e i dati presenterebbero una maggioranza risicata di Frati che dicono che tutto va sostanzialmente bene, è forse la maggioranza dei frati ad avere l’autorità di stabilire un Commissariamento di un ordine? Oppure – al solito – l’autorità è della Curia sentito il Visitatore apostolico?
– E’ possibile davvero pensare (esagero!) che il Visitatore apostolico si sia solo limitato a spedire per raccomandata R/R il questionario e poi abbia presentato in Curia una serie di numerini che provano che lì qualcosa non funziona? Ma davvero si pensa che la Curia Romana sia un antro composto da due sole tipologie di persone: i furbi e gli inetti? E’ assurdo pensare alla Curia facendo uso di una generalizzazione simile! Si può al massimo, da fedeli, pensare che la Curia possa sbagliare perché mal consigliata o sbagliare alla grande per una malgestione del problema, ma sempre pensando che questi errori si compiono in buona fede. E questo non significa essere ingenui (le sento le vostre risate…), ma essere fiduciosi dell’unica Autorità a cui spettano queste decisioni. Punto. La fede nella Chiesa non può essere sganciata anche da questi atti di fiducia pratici per due motivi:

1 – non cadere in una insanabile contraddizione (che comunque è presente in tutti coloro che criticano così aspramente le scelte della gerarchia ecclesiale) di credere in una Chiesa perfettissima perché a capo c’è Cristo e credere ancor di più che tutte le membra terrene di questa Chiesa siano in putrefazione;
2 – non rendere conseguentemente le proprie affermazioni succubi di un’idea platonica di Chiesa perfettissima, sganciata dalla Chiesa che siamo chiamati a vivere, testimoniare, credere. Un’idea antirealista di Chiesa nemmeno lontanamente paragonabile alla Chiesa hic et nunc. Questo porta al rischio concreto di allontanarsi dal sano realismo filosofico cui ognuno di noi è chiamato.

– Quando l’ISTAT propone un questionario lo fa dicendo all’intervistato come verranno letti i vari dati da lui forniti? No. E’ l’ISTAT che cura le domande del questionario e dà alle domande stesse, all’atto della redazione del questionario stesso, un’importanza diversa. E’ ovvio!  Il fatto quindi di presentare le domande in un certo modo (in questo caso a,b,c,d) non può far dedurre che i dati debbano necessariamente essere presentati in quel modo e non possano venire disgregati e assemblati in un altro. Tutto infatti dipende dall’importanza che l’intervistatore dà alle domande! E non è nemmeno “cattiva fede” perché è tipico di una intervista senza pretese censuarie presentare delle domande semplici, sganciate da future riletture dei dati. Questo per non confondere l’intervistato e avere la massima obiettività, salvo errore statistico.
In questo caso mi sembra OVVIO (!) che il Visitatore ha dato più importanza al fatto, incontestabile, che i problemi esistono.
Tant’è che con la stessa logica con cui si richiedono i dati disagregati (per poi ovviamente ricostruirli a proprio piacimento, ma noi non siamo Visitatori Apostolici!), ci si potrebbe lamentare che il questionario prevedeva 3 domande in cui si insinua che ci sono problemi. Con la medesima (il)logica ci si potrebbe chiedere: perchè Mons. Todisco non ha domandato:

a-va alla grande
b-va molto bene
c-va benino
d-non va bene ma è colpa mia sicuramente…

Infatti è lo stesso ragionamento! Se non compete al Visitatore scegliere come leggere i dati, i quali vengono raccolti in base alle domande del Visitatore stesso e alla loro importanza, allora non compete nemmeno al Visitatore scegliere le domande.
Se invece (come è!) non ci compete la scelta delle domande e la loro importanza, dato che è da questa scelta dipende da cosa si cerca e dove si vuole andare a parare, non ci compete nemmeno la lettura successiva dei dati raccolti, che la medesima ricerca persegue.

– Sapendo ora che quello che interessava al Visitatore con il questinario è constatare l’entità numerica dei frati in disagio e (solo!) in seconda battuta come eventualmente l’intervistato avesse rimediato a tale disagio, si possono rileggere i dati con la stessa idea dell’intervistatore e cogliere che:

1. i Frati che riconoscono problemi nell’Istituto sono più di 5 a meno che l’Istituto stesso non sia complessivamente formato da 8 persone (virgolatreperiodico…).
2. per il Visitatore il Commissariamento e il Capitolo Straordinario implicava la presenza di problemi gravi o gravissimi (rileggere la domanda c, d del Questionario) e che l’unione di questo dato ha fornito in percentuale bulgara che chi ritiene che nell’Istituto ci siano problemi, ritiene che siano problemi almeno gravi (parola di un certo… peso!).
3. rimettendo in fila i dati secondo MiL e Fides, fidandoci dei calcoli perché non ho voglia di rifarli, il 45,14% degli intervistati “sarebbero stati propensi per un capitolo straordinario+commissariamento” cioè il “74% dei 61% frati “insoddisfatti”. Abbiamo già risposto che questo modo di procedere non è valido poiché non è quello usato dal Visitatore che era l’unico ad avere voce in parola ed egli ha dato importanza al fatto che esistessero problemi e non ai “consigli” dei frati intervistati su come questi potessero venir risolti. Resta il fatto che tutti devono prendere atto che quasi la metà dei frati dell’ordine dichiara che ci sono problemi gravi. Ma allora perché Fides et forma scrive: “Il Commissariamento nasce dalla volontà di un piccolo gruppo di frati dalle velleità secolarizzanti di sdoganare l’Ordine”? Che dati ha in mano per continuare imperterrito a scrivere che è un “piccolo gruppo”?
E se li ha, non li dia a noi, ma li dia al Commissiario! Basta con pubblicazioni e se vuole aiutare il cammino della verità dica quello che sa a quelli che devono sapere!
4. il disagio più grave è nel rapporto fra superiore e Congregazione delle suore. Questo lo riconosce anche MiL quando scrive: “si ammette, il senso di disagio, soprattutto in riferimento alla quarta domanda: il rapporto con le suore. non sappiamo in che termini e con quale intensità”
5. la messa in latino, con tutta la tiritera dei quattro studiosi d’altissimo calibro, con questa storia centra poco o niente. Colafemmina stesso scrive: “il Commissariamento dei FFI non nasce da una ostilità nei riguardi della messa in latino.”.



Categories: Attualità cattolica, Risposte a critiche web

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13 replies

  1. Ma anche voi ???
    Allora mi metterò a leggere su internet dei siti solo anglicani almeno non c’è questa salsa fritta e rifritta dei Francescani dell’Immacolata !
    Sarà il caso di vergognarvi un poco anche voi per questo continuo spettegolare ?

    • Mi dispiace che tu la metta in questi termini Insegnante.
      La mia volontà non è spettegolare su questo caso, ma fare delle considerazioni che ritengo logiche di una rilettura che a mio avviso appare deformante di DATI FORNITI dagli stessi Frati dell’Immacolata sul loro sito web.
      In questo caso non mi sembra quindi di aver fatto un torto alla richiesta di silenzio stampa poiché in primis il mio personale post deriva da altri posts redatti da una comunicazione pubblica ed istituzionale dell’Ordine stesso.
      Leggendo i commenti a questa pubblicazione (!) dei blogs citati mi sono accorto di alcuni errori che ho voluto rimarcare. Questo non significa a mio umilissimo avviso spettegolare sui Frati, quanto far riconsiderare che gli unici che possono parlare con senno della faccenda sono coloro che stanno ora lavorando in questo Istituto.
      Sarei anche io per il completo silenzio, ovvio. Ma non mi sottraggo ad un confronto su dati pubblici. E mi sembra in questo di essere coerente con quanto richiesto a Fatima1960 in precedenza e a Teofrance 83 poi privatamente.
      Pronto ad ogni smentita chiaramente! Anzi, ben venga!

      E ancora, stai tranquillo: stiamo preparando una serie di posts che esulano dalla pura attualità cattolico-cristiana e che cercheranno di portare l’intero blog Croce-via verso lidi più alti di queste semplici considerazioni di realismo ovvio nei confronti di una statistica pubblica. Simon mi ha fatto sapere alcuni suoi “piani” e, sinceramente, non vedo l’ora!

      Detto questo non posso che dispiacermi della delusione che probabilmente hai provato anche solo leggendo il titolo del presente post. Ti ho spiegato il mio punto di vista, spero sia chiaro anche se è ovvio che non pretendo sia condiviso da tutti.

      Grazie ancora dei passaggi, delle letture e dei commenti. Buon lavoro e buon cammino! 🙂

  2. Ci si è messa naturalmente di mezzo anche la Siccardi.
    http://blog.messainlatino.it/2013/09/sul-doloroso-caso-dei-figli-di-padre.html

    Sto seriamente pensando di lasciar stare questo argomento perché mi sembra ci sia in atto una vera e propria battaglia mediatica per concentrare la parte tradizionale dei fedeli verso Manelli. Per lo meno la strategia così mi appare chiara. E credo sia spiegabilissimo il motivo per cui questa battaglia pro-Manelli sia sferrata attraverso il web : è l’unico modo per far conoscere le loro “ragioni”. Scrive infatti Colafemmina: “Oggi i frati vicini a p. Manelli non hanno più la possibilità di difendersi. L’intero universo mediatico dell’Ordine è sotto il controllo strettissimo di p. Alfonso Bruno.”

    Problema: così facendo, cioè chiedendo all’ala tradizionalista di schierarsi per Manelli mediante tutti questi continui post, si sta facendo il bene dell’area tradizionalista? E si sta facendo il bene dell’Istituto?
    Mi sembra che Andrea Carradori, quando scrive qui lamentandosi delle provocazioni che vengono lanciate da MiL, pensi di no.

    Qui ho sempre cercato, nel mio piccolissimo, SOLO di leggere le “ragioni” riportate in questi blog e ne ho sempre trovato qualche deviazione logica.
    Ma non vorrei diventare un anti-Manelli ne desidererei che il blog divenga il contraltare di Fides et forma.

    Si sappia che le mie considerazioni son di puro carattere logico. Dietro di noi non c’è nessuno se non il principio di non contradditorietà, la nostra fiducia nel Magistero e sano realismo tomista.

  3. Kerygmatico, il tuo post è di una logica imbattibile e lo faccio mio!
    Quanto alla foto è una trovata profondissima: penso che l’utilizzerò in altri contesti extra-web.
    In pace

  4. ” Mi sembra che Andrea Carradori, quando scrive qui lamentandosi delle provocazioni che vengono lanciate da MiL, soprattutto per quanto concerne la delicata questione dei FFI, pensi di no “. E lo confermo !
    Vedremo che batosta !

  5. PIENA LUCE
    Ottima l’analisi di kerygmatico. Mi pare evidente che il questionario – per ragioni di correttezza – doveva andare ad esplorare innanzitutto, se non esclusivamente, i settori della vita dell’Istituto ed i problemi seri denunciati dall’esposto, per verificare l’ampiezza e la diffusione del disagio denunciato. Il questionario è stato compilato a novembre-dicembre 2012. La relazione alla Congregazione dei Religiosi, del Visitatore apostolico, è stata consegnata a febbraio 2013. Tra il questionario e la relazione il visitatore ha raccolto e ricevuto altre informazioni, altre testimonianze, altre capillari denunce, per cui effettivamente “la decisione della Santa Sede non è stata presa a cuor leggero, ma è stata preceduta da una capillare raccolta di informazioni (Vatican Insider, 8/08/2013). Il tutto, ben documentato, è andato a costituire il testo concreto ed essenziale della relazione scritta presentata alla Congregazione, relazione in base alla quale è stato deciso il Commissariamento. In questo Istituto FI, vige un controllo severo sulle persone e un meccanismo di segretezza, preservato con sanzioni, per evitare che le cose dell’Istituto escano all’esterno. È già un miracolo, quindi, aver reperito tante e precise informazioni dall’interno, perché questo clima fa in modo che difficilmente qualcuno parli dei problemi interni dell’Istituto. I frati senza il questionario e la visita apostolica probabilmente forse mai avrebbero ammesso che nell’Istituto ci sono seri problemi. E qui va ringraziato il Visitatore apostolico per il faticoso ed efficace lavoro da certosino da lui svolto. Inoltre, dopo il commissariamento, grazie alla nuova situazione di libertà che si è creata, stanno arrivando al commissario altre relazioni scritte, testimonianze comprovate e incrociate (cioè confermate da altre testimonianza sugli stessi problemi) da parte di religiosi, religiose, prelati e laici che conoscono e hanno vissuto dall’interno gli estesi disagi (non certo minoritari) che hanno provocato il commissariamento. Ma di cosa parlano allora questi tradizionalisti? Un dato di fatto non può essere negato: i vari blog tradizionalisti (messainlatino.it, chiesa e post-conciclio, acta apostaticae sedis, ecc.) fiancheggiati dai soliti De Mattei, Siccardi, Gnocchi, Francesco Agnoli, avevano sostenuto con accanimento e ostinatezza che tutta la faccenda riguardava solo cinque frati (definiti dalla loro cultura del nemico e del disprezzo, semplicemente “i ribelli”, i “traditori”). Anche solo la pubblicazione dei dati numerici del questionario dimostra, con chiarezza, che comunque l’area del disagio è ampia e molto più numerosa. Se avessero onestà intellettuale dovrebbero riconoscere di aver sbagliato e di aver falsificato il problema. MiL ha riconosciuto che “anche solo la scelta del capitolo straordinario implica l’ammissione di problemi gravi” e che “pur ammettendo la presenza di problemi, e non negando oltre l’evidenza e l’esperienza, vi era un diffuso senso di disagio tra un 30% di frati”. Infine Mil ha riconosciuto che “si ammette, il senso di disagio, soprattutto in riferimento alla quarta domanda: il rapporto con le suore. Non sappiamo in che termini e con quale intensità, ma non possiamo fare finta di niente e negare fino al ridicolo che problemi ci fossero, come ci aveva purtroppo riferito un frate F.I. attendibile, in tempi non ancora sospetti”. Francesco Colafemmina è arrivato a testimoniare che “il Commissariamento dei FFI non nasce da una ostilità nei riguardi della messa in latino. Queste sono chiacchiere, fumo negli occhi! /…/ E forse hanno sbagliato il professor De Mattei, Alessandro Gnocchi, Mario Palmaro ed altri a incentrare la loro critica verso questo Commissariamento sulla questione messa in latino e dintorni”. Un appunto particolare va fatto alla Siccardi che nei suoi interventi ha immesso nella discussione toni arroganti, caratterizzati a volte anche da violenza verbale, nei quali – non so se in buona fede – istigava ad una specie di lotta di classe verso la Santa Sede o comunque ad insorgere e a cercare di instillare (come ha fatto all’inizio De Mattei) il proposito della ribellione verso la Santa Sede.

  6. avete letto articolo messori andato avellino tempo fa da p manelli?

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