Il Quarto Comandamento

Luigi Trécourt, La maledizione di Cam, 1837

Luigi Trécourt, La maledizione di Cam, 1837

Il Quarto Comandamento è all’inizio della seconda tavola della Legge E si esprime così: “Onora tuo padre e tua madre, perché si prolunghino i tuoi giorni nel paese che ti dà il Signore, tuo Dio” (Es 20,12).
Un comandamento che è per natura positivo, cioè non esprime un divieto come tutti i seguenti e, in questo senso si avvicina molto di più ai precedenti della prima tavola della Legge. E’ un comandamento nel puro ordine della Carità.
Il bello è che non dice solo di obbedire ma di onorare: si può obbedire senza onorare, ma se si onora non si disobbedisce. Per giunta vi è una promessa di vita lunga che vi è associata.
Nella Bibbia vi è un esempio di qualcuno che non ha onorato il proprio padre ben prima della promulgazione di questo comandamento sul monte Sinai in Genesi 9, 20-24: Noè ubriaco fradicio e pure nudo, il figlio Cam vide la sua nudità e andò a raccontarlo ai fratelli, Jafet e Sem, i quali invece di glossare sul fatto, andando a ritroso, senza guardare, coprirono la nudità del padre. Quando Noè, rinvenuto, seppe cosa fosse successo maledì la discendenza di Cam.
Onorare il padre e la madre vuol anche dire questo: essere coscienti dei difetti e delle debolezze dei propri genitori, ma non crogiolarsi in questi, non discettare infinitamente sulla loro nudità, non diffamarli e prenderli in giro, ma, al contrario, coprire caritatevolmente quella nudità.
Ciò non vuol dire chiudere gli occhi davanti al problema, ma, anzi, riconoscere che c’è oggettivamente un problema visto che bisogna coprirlo. Ma, appunto, coprirlo, non metterlo in evidenza. La nudità accidentale di Noè non toglie niente al rispetto gli si deve, al fatto che sia il genitore e che lo si deve onorare.
Abbiamo Papi, vescovi e sacerdoti intorno a noi con i quali ci sentiamo più in “sintonia” che con altri, che sono i nostri “padri” in un certo qual modo: a volte sbagliano su cose secondarie, o sono goffi, o possono pure apparire ridicoli, o, semplicemente, non ci piacciono nella loro idiosincrasia. Ma vogliamo obbedire al Quarto Comandamento? Vogliamo onorarli? Vogliamo andare a ritroso coprire la loro nudità invece di compiacersi in essa e di mandarla a vedere ad altri? Vogliamo ascoltare quel che hanno da dire invece di fissarci su quel che di loro non ci piace in modo epidermico?
Certuni nella blogosfera fanno apposta di riprodurre fotografie più o meno imbarazzanti dei Pontefici, per deriderli nei commenti, per diminuirne il carisma, per laminarne il magistero: onorano il Padre?

Altri fanno apposta di mostrare le nudità della Chiesa che si esprime a causa del peccato degli uomini, inclusi degli uomini di Chiesa, per ridicolizzarla, per diminuirne l’impatto , per banalizzare la disobbedienza: onorano la Madre?
Ci crediamo nelle promesse di Dio incluse in questo Quarto Comandamento? Siamo davvero convinti che onorando padre e madre vivremo a lungo nel paese che il Signore ci dà?
In Pace



Categories: Sproloqui

2 replies

  1. Alè, e gliene hai cantate così anche a Camilleri che se la prende con il baciamano papale!
    http://www.rinocammilleri.com/2013/08/feltri/

  2. Discorso molto interessante ed appropriato di questi tempi. La chiesa ci è madre, ma la amiamo veramente e ne abbiamo la giusta considerazione anche quando è giusto criticare i suoi uomini? Da più parti nell’ambito cattolico sembra di assistere al tiro a segno. Troppi dotti e troppi in grado di trovare soluzioni miracolose o dare consigli inappellabili. Mah! Spesso vedo poco amore per questa chiesa che è senz’altro con grossi problemi e non ha tanto bisogno di critica, pur necessaria, ma di vero amore costruttivo. Credo che papa Francesco ci stia dando questo indirizzo. Meno autoreferenzialità e più vero amore pastorale.

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