Frati dell’Immacolata? Prudenza!

Don't worry, be happy

“Caution!” by Tiziano

Gira in questo periodo il (presunto?) questionario che hanno dovuto compilare chiunque facesse parte dell’ordine dei Frati dell’Immacolata il dicembre scorso, soprattutto naturalmente nei blog che gravitano attorno al Tradizionalismo.

Gira, il questionario, in una strana forma: a domanda-risposta formulata dal lettore di turno oppure a domanda-tentativo di comprensione di ciò che quella domanda insinua.

Girava su essenzialmenteperiferico.
Fu richiamato in Chiesa e postconcilio.

Proprio in quest’ultimo blog posto queste mie considerazioni, considerate da mic (autrice del blog), capziose.

molte di queste risposte insinuano il dubbio che non si siano capite né le domande, né il contesto dove esse si pongono.
Qualcuno di voi infatti conosce perfettamente di cosa i frati si sono lamentati, in modo certo, sicuro e provato?
Temo di no visto che si sta cercando da settimane di capire praticamente solo la causa scatenante il commissariamento A RITROSO, usando cioè vari documenti che, non si sa come, vengono fuori da svariate fonti.

Quello è il punto di partenza: è il contesto nel quale si è mosso il commissario e per il quale c’è stato il commissariamento. Se questo contesto è pressoché sconosciuto (o si crede di conoscerlo perché ci si può muovere solo per deduzioni basate sulle voci e su atti successivi), tutti i sucessivi ragionamenti potrebbero sviare dalla verità.

O ci si fida o non ci si fida.
In entrambi i casi si creano pregiudizi che pesano su ogni atto futuro nella vicenda.
Qui mi sembra che non ci si fidi dell’operato della Curia.
Approfondire con questa premessa secondo me potrebbe portare a farvi soffrire inutilmente per deduzioni fallibilissime.

e ancora

E’ indimostrabile che le vostre deduzioni siano completamente vere, esattamente come esse siano completamente false.
E’ solamente dimostrabile che sono fallibili perché partono da una premessa che è sconosciuta: il contesto iniziale.
Questo è innegabile.
Dunque non se ne deve nemmeno parlare?
Certo, ma con PRUDENZA!

al che mi si accusa di essere “in malafede”. Luisa scrive  “o ci prende in giro, o ha problemi di vista, o è di un`ingenuità colossale, le domande di quel questionario sono da manuale”

Al che rispondo con un commento che a quanto pare non è piaciuto a mic. Liberissima lei di censurarlo. Liberissimo io di metterlo online come primo post di questo blog condiviso. Alè!

«Cercare una logica è essere capziosi?
Domande ideologiche? Lette con ideologia diversa salta fuori che son domande perfettamente lucide.

– Ritieni che l’introduzione definitiva della forma extraordinaria nelllstituto è un bene?
Questg domanda NON insinua che la liturgia della Chiesa Cattolica “non sarebbe un bene” per un istituto cattolicc perch appunto CHIEDE all’intervistato cosa ne pensa.
La domanda è infatti PERFETTAMENTE UGUALE a questa: Ritieni che l’introduzione definitiva della forma extraordinaria nell’Istituto è un male?

– Aiuta la comunione tra i membri?
Questa domanda NON insinua che la liturgia della Chiesa (quella celebrata da padre Pio, don Bosco, sant’Alfonso e tutti gli altri, e mai abolita) “non aiuterebbe” la comunione tra i membri di un istituto, ma CHIEDE se tale liturgia SEMBRA all’intervistato che porti ad uno scontro interno fra coloro che vogliono il Messale NO e quelli che vogliono il VO

– Risponde alle esigenze dell’evangelizzazione?
Questa domanda semplicemente CHIEDE se l’intervistato riscontra che la liturgia “tridentina” è uno strumento adatto all’evangelizzazione ODIERNA dei fedeli che si avvicinano all’ordine

– Risponde alle esigenze di spiritualità dell’uomo contemporaneo?
Questa domanda non insinua che la Chiesa sarebbe un supermarket religioso che deve a tutti i costi inseguire le richieste della clientela e della moda, poiché va letta nel contesto della Chiesa, consapevoli cioè che la Chiesa NON E’ un supermarket. Chi legge così, legge FUORI CONTESTO e pertanto pecca di fondamentalismo letteralista.

Alle domande seguenti invece si impone una riflessione che si avvicina ai tradizionalisti: erano domande con risposte chiuse oppure aperte?
E ancora: domande come quelle seguenti vengono trattate durante i corsi nei seminari? Cioè si parla nei frati su cosa ha voluto il CVII e come sono state portate avanti le riforme? E se si, COME se ne parla?

Capite che queste domande vertono, in maniera indiretta, su QUELLO che è la didattica di fondo dell’istituto?

E non è forse il modo migliore per accertarsi che non si insegnino cose contrarie al Magistero odierno della Chiesa?!

– Risponde ai desideri del Superiore Generale?
– È richiesta dal Concilio Vaticano II?
– Risponde alla “mens” del Santo Padre?

A voler fare lo gnorri, avendo capito il giochetto, avrei scritto: “non posso rispondere a queste domande poiché l’ermeneutica del pensiero di Manelli, del Concilio e del Santo Padre è faccenda dibattuta e talmente ampia da non poter essere descritta in due righe.”

Oppure avrei scritto: “non so rispondere” oppure ancora, da infingardo quale sono: “mi piacerebbe ricevere adeguata formazione che mi portasse a rispondere in modo tranquillo a queste ottime domande”.

Ora: a me e alla mia ideologia le domande suonano così.

Perché mai la mia ermeneutica dovrebbe essere peggiore o sbagliata rispetto alla vostra?! Su quale dato? Su quale autorità esterna?»



Categories: Attualità cattolica

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11 replies

  1. Questo avevo scritto su MIL il 24 agosto scorso su questo stesso topic:
    Leggendo queste domande la prima reazione è che sembrano ottime e ben centrate rispetto al problema posto.

    Veder queste domande come malvagie vuol dire avere la coda di paglia o non un grande “sentire cum Ecclesia”

    Questo mi induce a dire che se un commissariamento è stato necessario dopo la ricezione delle risposte vuol dire che nella testa di certi frati alcune idee non erano davvero chiare sul cosa significhi essere cattolico verace.

    Sono contento che Lei, gentile Minstrel, si è dato la pena di descrivere come quelle domande vanno da essere lette senza pre-concetti paraocchi.

    Mi si dirà che un’interpretazione vale un’altra: verissimo.

    Perchè,allora, sceglierne una piuttosto che un’altra?

    La risposta è nel “sentire cum Ecclesia”. In quanto cattolico ho l’obbligo morale di scegliere tra due versioni differenti ma di esatto valore “epistemologico” quello che è il più consono al “sentire cum Ecclesia” e che rifugge critiche amare, mormorazioni ed, in finis, oggettive calunnie e giudizi temerari circa le intenzioni delle legittime Autorità.

    Il fatto che mic non abbia accettato di pubblicare il Suo punto di vista, caro minstrel, mostra solamente che questa signora sa che, spinta alle strette, non ha risposta e rifiuta il vero dialogo intellettuale, in quanto si sà perdente d’avanzo: direi che ammette, indirettamente, che Lei ha ragione.

    Quanto alla cara Luisa, da Lei citata, e che conosciamo nella blogosfera da almeno 5 anni, ben sappiamo che il suo forte non è per niente l’argomentare razionale e fattuale, quanto piuttosto il lamentarsi incessantemente ripetendosi senza neanche darsi la pena di una variazione sul tema. Non farei dunque un problema circa il contenuto delle risposte di questa, peraltro, gentile Signora.

    In Pace

    • Grazie Simon. Intanto ora si sta analizzando, sui siti tradizionali, le virgole del discorso del Commissario FFII Volpi. Un commentatore (al secolo “Apostolo”) da Mic addirittura arriva a scrivere questo facendo riferimento ad un aneddoto che Volpi racconta sul finale circa un bambino e un vaso da fiori:
      «Luisa, ho fatto apostolato con i gay per tanti anni, ho studiato in specifico i segni verbali che usano per indentificarsi aglia altri gay… e posso dire: le parole ultime del Volpe in riguarda ai fiori sono fortamente significativi: la mia lettera: “Sono qua per dare il potere nella communità ai voi”… Quindi, il discorso è un appello per collaboratori nella distruzione morale dell’Instituto… ma è un segno poco capito fuori la communità di gay…»

      E rimango di sasso.
      Come fa l’Apostolo a pensare che Volpi sappia quello che sa lui?
      Come fa l’Apostolo a ritenere che un segno praticamente “poco capito fuori dalla commmmmunità gay” sia lucidamente messo da Volpi nel discorso in modo da far capire (a chi?!) che questo istituto è pronto per essere distrutto moralmente?!
      E ancora: può fornirci il caro Apostolo le prove che Volpi sia nella comunità gay?
      E può provare che basta davvero parlare di fiori, per altro en passant in un discorso, per essere gay e voler indicare la strada all’Anticristo?

      Devo avvisare mio padre di cambiare l’avatar di facebook. Una rosa come avatar è palesemente un invito a nozze per gay…
      RIDDICULUS!

      • Le maschere stanno cadendo una dopo l’altra.

        Il Prof De Mattei, dopo essersi allineato su una posizione che della verità dei fatti se ne fa un baffone, cercando di spargere zizania a più non posso, iniziando raccolte di firme e spargendo malumori e spirito di disobbedienza intorno a lui, adesso valica un altro passo: si fa promotore di divisione.
        Normale, visto che lo spirito di disobbedienza conduce sempre al scisma…

        Ecco quel che si è permesso di scrivere in http://www.corrispondenzaromana.it/sint-ut-sunt-aut-non-sint/
        “Se questa deve essere la “riforma”, c’è da augurarsi una separazione tra le due anime che attualmente convivono all’ interno dei Francescani dell’Immacolata: da una parte i Frati che interpretano il Concilio Vaticano II alla luce della Tradizione della Chiesa e che in questo spirito hanno riscoperto il rito Romano antico, in tutta la sua verità e bellezza; dall’altra parte coloro che reinterpretano il carisma del loro Istituto alla luce del progressismo postconciliare.

        Interessante vedere le categorie (mentali) utilizzate da costui e che non corrispondono a nulla di reale: infatti, interpretare il CVII alla luce della Tradizione della Chiesa si chiama “ermeneutica della riforma nella continuità”, che è la dottrina della Chiesa cattolica, peraltro rigettata da De Mattei stesso…
        In Pace

        • Moh ti faccio ridere Simon. La frase che compare appena si entra per la prima volta in Corrispondenza Romana del De Mattei è: conoscerete la Verità e la Verità vi farà liberi. Giovanni 8, 32.
          Quale è la frase che c’è in home da Vito Mancuso?
          Lotta sino alla morte per la verità e il Signore Dio combatterà per te. Siracide 4, 28

          Alla fine questa verità che richiami anche nel tuo primo articolo pare la conoscano tutti, soprattutto chi la pensa in modo opposto… cos’è? La solita prova che gli opposti si incontrano? 😉

          • Dico solo che conoscere la Verità vuol dire salire sulla Croce e lasciarla portarci.
            In Pace

  2. Yeah, ci si mette anche Colafemmina ora.
    http://fidesetforma.blogspot.it/2013/08/i-francescani-dellimmacolata-e.html

    Parla del “questionario bolscevico” e delle parole del Volpi.
    Insomma: Uff!

  3. A proposito dell’“ermeneutica della riforma nella continuità” Simon dovremo ragionare con calma perché le posizioni tradizionaliste pare chiedano dove sia questa continuità, la quale – dicono – è più apoftegma che verità: è insomma tutta da dimostrare. Non sarebbe male quindi capire se questa continuità è stata dimostrata al di là di una lettura NON PREVENUTA che si possono fare ai documenti conciliari che di certo aiuta a non scadere nell’incredibile pensiero che ciò che si conosce della Tradizione esaurisca ciò che la Tradizione (e che il Magistero chiamato a RICONOSCERLA e tramandarla), è !

    • Il discorso a questo livello può diventare complesso, in quanto la richiesta di dimostrazione della continuità esautora il puro campo razionale: in altre parole, presso certuni, neanche le dimostrazioni le più costruite saranno loro soddisfacenti e slitteranno su altri soggetti.

      Dimostrare la continuità può farsi a più livelli: lo stesso Benedetto XVI quando rispiegò il concetto venne sù con un esempio di dimostrazione razionale, P. Basil OSB del Barroux ha scritto una tesi intera alla quale nessun contraddittore vuol riferirsi, in quanto è più facile negare l’esistenza di una dimostrazione che cimentarsi a contraddirla, Mons. Negri ha scritto in italiano un ottimo libro da anni, che rimette tutte le cose in una prospettiva di continuità: tutti questi argomenti sono ignorati in quanto disturbano i nostri amici tradi-protestanti nella loro essenza.

      Dimostrare la continuità lo si può fare ad un livello di principi con una dimostrazione per l’assurdo: modo più semplice per mostrare quanto opposto al cattolicesimo stesso sia supporre rottura in un Concilio Ecumenico dovutamente convocato, celebrato e rato.

      In realtà, il problema non è solo “intellettuale”: coloro che richiedono una “dimostrazione” non chiedono niente a livello intellettuale ma a livello affettivo: loro non hanno “fiducia” nella Chiesa Magistra e sono come galline impazzite ed angosciate ed, in quanto tali, vanno poi nei pollai nei quali si sentono più in conforto, conforto che non ha nessuna relazione colla ricerca della verità, ma,paradossalmente, nel compiacimento del proprio sconforto.

      Allora cosa possiamo fare a livello di questo blog? Sì, possiamo cercare di diventare una referenza razionale dell’ermeneutica della riforma nella continuità, rendendo di nuovo accessibili tutti questi studi e discorsi che la dimostrano, ripubblicandone passaggi essenziali e provando a generare un movimento di studi e di interesse; aiutando a ricreare una cultura davvero cattolica, razionale, coerente con il Magistero, lontani dalle categorizzazioni perverse utilizzati dai vari De Mattei e Madiran di questo mondo; riproponendo il Magistero degli ultimi Papi quando hanno espresso esplicitamente un insegnamento in continuità, a volte in documenti poco conosciuti nel dettaglio dal grande pubblico.
      Che ne pensi?
      In Pace

      • Penso che siamo a cavallo!
        Cioè penso che è quello che manca nell’ambiente web e che sinceramente ho cercato PER ANNI, trovando appoggio (minimo però, cioè senza possibilità di approfondimento continuo, a causa del poco tempo dei loro autori) nei blog di Andrea Grillo o di Padre Augé. Ma solo sulla liturgia.
        TQueste piccole perle che tu conosci (e io no, prova lampante di quel che dici!) si potrebbero raccogliere in una pagina precisa (quella vicino al titolo del blog per intenderci dove ora c’è HOME e CROCEVIA?) per una consultazione rapida da parte di chi intende usarle, magari per rispondere all’utente MiL di turno…
        Ad esempio creare pagine di contraltare agli scritti di Mic non sarebbe male, anche se naturalmente bisognerebbe valutare e considerare risposte a scritti di pensatori tutt’altro che sprovveduti come ad esempio Padre Lanzetta.
        Per questo farei le cose con calma, visto così sembra un’impresa titanica. Lo è, ma alla fine è la nostra vita che pian piano cerca queste risposte. L’idea in fondo è rendere partecipi chi passa di qui di queste risposte. 🙂

        • E’ un lavoro titanico , concordo, ma Roma non si è costruita in un solo giorno e sono sicuro che poco a poco anche altra gente molto competente, amante la Chiesa cattolica, aiuterà a questa costruzione.

          In effetti, creare un pagina dove poco a poco aggiungiamo testi referenziali circa l’ermeneutica della riforma nella continuità per uso facilitato mi sembra un’ottima idea, come anche creare uno spazio di Disputatio sulla questione (come quello Liturgia e Sproloqui) dove potremmo sottolineare avvenimenti in linea e anche controbattere posizioni oltranziste o anche discutere studi più seri fin in fondo.

          Alè, come dici tu!
          In Pace

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